Alessandro Scarabello
Sala 1 Roma
Exhibition Views
Venerdì 25 febbraio 2005, dalle ore 18.30, Sala 1 e the gallery apart presentano “LIFEINLINES” la mostra personale di Alessandro Scarabello, giovane e promettente artista romano la cui ricerca ha individuato, nella disciplina pittorica, la sua ideale traduzione formale e la più idonea interpretazione di visioni quotidiane e di flashes catturati tra le pieghe di realtà diverse ed appartate (socialmente o culturalmente) che, nella sua opera, si riappropriano della dignità che viene loro, spesso, scippata.
A breve distanza dalle precedenti mostre promosse e prodotte in collaborazione con enti pubblici e privati (Bollymood ; ed Ex-Statica di Fabrizio Passarella, la prima presso lo Studio Andrea Gobbi di Roma e la seconda presso la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea – d’AC – di Ciampino (Roma); Volver atras para ir adelante di Gea Casolaro presso il Teatro India, Roma; Elisir di Myriam Laplante presso Volume!, Roma), the gallery apart si fa promotore, insieme a Sala 1, di un’operazione diversa che vede protagonista un giovane artista romano alle prime esperienze espositive.
Sala 1, associazione culturale impegnata nella ricerca sperimentale dell’arte contemporanea, vuole con questa mostra stabilire un nuovo rapporto di lavoro con i collezionisti e il mercato.
La mostra presenta un nutrito corpo di opere (eseguite ad olio su tela) della più recente produzione di Alessandro Scarabello (Roma, 1979) riunite sotto il titolo “LIFEINLINES”, chiaro ma, allo stesso tempo, sussurrato riferimento alle potenzialità insite nei segni (siano essi le linee d’espressione di un volto o le stratificazioni del quotidiano, le traiettorie astratte che designano incontri casuali tra individui di culture apparentemente inconciliabili o le strade della vita in sé) e nella loro capacità di delineare mappe geografiche alternative, da percorrere a 360° per poter rinvenire nuove e condivisibili prospettive di pensiero, utili ad apprendere appieno la manifestazione del presente, nell’accezione il più possibile globale del termine.
Frugando nei risvolti più veri, meno contaminati, della contemporaneità (ritraendo dapprima nello scatto fotografico e poi in pittura volti di persone di diverse etnie incontrate durante i suoi viaggi e scorci di luoghi a cui è particolarmente legato) l’artista ridisegna, lungo linee di orizzonti ingannevoli e presso fondali neutri, la visione di un’umanità variegata che appare, nei suoi lavori, improvvisamente e naturalmente riconciliarsi, condividendo i medesimi percorsi esistenziali, perlustrando le stesse strade, inseguendo le medesime utopie. All’istante, le scenografie del mondo in cui siamo abituati a muoverci quotidianamente sembrano provvisoriamente annullarsi e svelare la forma della loro essenza (artificiosa), la natura della loro funzione (difensiva), la ragione della loro presenza (consolatoria). Suggerendo di acquisire una sempre più costante e disinvolta predisposizione a guardare oltre e a mantenere occhi e mente perennemente aperti sulla contemporaneità, sia essa davanti o dietro l’angolo.
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