Gea Casolaro
Teatro India Roma
Exhibition Views
Il 5 ottobre si inaugura al Teatro India la mostra di Gea Casolaro, artista affermata e riconosciuta tra le più interessanti dell’attuale scena artistica italiana.
La mostra ideata e organizzata da The Gallery Apart è curata da Alessandra Maria Sette, artefice di una serie di mostre organizzate negli ultimi anni al Teatro India.
La mostra si articola in due sezioni. La prima è composta da una serie di installazioni e opere fotografiche realizzate dal 1994 al 2003 che rappresentano un preludio non solo fisico ma anche concettuale, alla proiezione video che è la protagonista principale della mostra.
La seconda è focalizzata sull’opera Volver atrás para ir adelante, il primo video realizzato da Gea Casolaro, presentato a Roma in occasione di questa mostra. Il medium video viene utilizzato dall’artista come approfondimento di temi che sono stati da lei esplorati attraverso la fotografia, ovvero indagare i diversi contesti che il suo sguardo attraversa, catturando dettagli apparentemente irrilevanti, ma che diventano fondamentali per stabilire una relazione consapevole con la realtà circostante e per rintracciare piccole ma significative storie che costellano il nostro quotidiano.
Volver atrás para ir adelante ha già vinto il primo premio del concorso “The VIDEO Game“, alla Galleria Pianissimo di Milano, per volere della giuria composta da R. Pinto, G. Di Pietrantonio, G. Ciavoliello e del pubblico ed è presente nella rassegna “On Air: video in onda dall’Italia”, presso la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone.
Volver atrás para ir adelante (tornare indietro per andare avanti), (2003, 9′ 15″) è stato girato a Buenos Aires nel marzo 2003. Una partitura per inquadratura fissa eseguita da migliaia di passi.
L’inquadratura riprende l’ingresso di un centro commerciale che si affaccia sull’affollata strada dello shopping cittadino, che non sembra per nulla scalfito dal recente dissesto economico del paese. I passanti si inseguono senza sosta davanti alla telecamera, camminando lentamente all’indietro, in una sorta di danza surreale.
Sopra e sotto le immagini, scorrono due bande di dati, frutto di un lungo lavoro di ricerca condotto da Gea Casolaro nell’ultimo anno. Al margine superiore i dati della persecuzione del periodo dei desaparecidos, proprio nell’imminenza dell’atteso pronunciamento di anticostituzionalità della Suprema Corte sulla legge di impunità per i persecutori voluta da Menem. Contemporaneamente, in basso, scorrono i dati dell’attuale collasso economico.
L’audio è in presa diretta: dal vocio dei passanti al forte e ritmato clangore metallico che narra la protesta in atto alle spalle dell’obiettivo al momento delle riprese, come ogni mattina sulla via affollata. Gli argentini, privati dei loro risparmi, percuotono tutti i giorni, alla stessa ora, le lamiere e le inferriate di cui si circondano gli sportelli bancari della ricca Calle Florida.
Il centro commerciale inquadrato nel video è stato uno dei tanti centri di detenzione e tortura al tempo della dittatura. Eppure nulla – il suo uso attuale, l’innocente frequentazione degli acquirenti – sembra ricordare il suo passato.
La mostra realizzata in collaborazione con Teatro di Roma, sarà accompagnata da un pieghevole con un testo di Maria Rosa Sossai.
GEA CASOLARO è nata a Roma, dove vive e lavora.
Ha esposto in numerosi spazi pubblici e privati in Italia e all’estero, tra cui: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Padiglione Italia, Giardini di Castello, Venezia; Palazzo delle Esposizioni, Roma; AR/GE Kunst Galerie Museum, Bolzano, Centro Culturale Trevi, Bolzano; Palazzo di Primavera, Terni; Istituto Austriaco di Cultura, Roma; Istituto Italiano di Cultura, Praga – Istambul – Cairo – Ankara; Musei Civici agli Eremitani, Padova; Galleria Estro, Padova, Viafarini,Milano; Markus Richter Gallery, Potsdam.
Un suo lavoro è attualmente presente nella “ Collezione Giovani – Arte italiana per il XXI secolo ” presso il Ministero degli Affari Esteri di Roma.
Tra le numerose pubblicazioni si ricorda il volume “Maybe in Sarajevo” pubblicato presso la Meltemi Editore.
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