Luana Perilli
Exhibition views
Works
Wanderlust, 2022, wood, ceramic, metal, video, environmental dimensions, photo by Giorgio Benni Amata, 2022, wood, leather, ceramic, cm 100 x 57 x 37, photo by Giorgio Benni La petite fille est la licorne, 2022, wood, ceramic, concrete, cm 103 x 42 x 32, photo by Giorgio Benni L’orso umano, 2022, embroidery on leather, cm 35 x 37, photo by Giorgio Benni Fontana, 2022, horse skull, wood, ceramic, cm 68 x 73 x 67, photo by Giorgio Benni Scraps, 2022, video sculpture, wood, leather, three vintage televisions and three looping videos, environmental dimensions, photo by Giorgio Benni
The Gallery Apart is proud to announce Wanderlust, the new solo exhibition by Luana Perilli in the gallery’s spaces.
The artist has been long investigating non-human intelligence, the ecological, biological, and semantic collective systems, and she has an interest in all those places of the imagination and in the production of meaning where the perimeter of the individual is forced and moved. Wanderlust is one of those untranslatable words that indicate with a single term a complex state of mind: the strong and overwhelming desire to wander and push beyond a physical or imaginary boundary.
The encounter with non-human intelligence takes place in the reinterpretation of icons such as the virgin and the unicorn or in mythologies related to mutual transformation, such as that of Ts’an Nü enveloped in horse leather and then transformed into a silkworm; or in the reinterpretation of visual fragments and archives of the artist with a view to a narration that does not unfold linearly but through pareidolias, evocations, cross references to the oneiric world and to a sort of anthropology that does no longer place the Vitruvian man at the centre of the narration.
The forest is a biological, ecological system of interpenetration of the signified and signifiers in constant evolution and reciprocity, where the crystallization into forms and their abstraction is incessant. The new series of works on display echoes this idea finding inspiration from the materials found in the forest, with a focus on all those transformative crossroads of the human experience such as childhood, adolescence, motherhood, and with all those forms that precede the structured and crystallized construction of language. The wood represents a form of collective, vegetal, structured, and interdependent intelligence. Traversing a path in a woodland implies activating some areas of the brain that speak deeply to our animal essence, such as the amygdala.
The physical need to remediate the instability of our bipedal posture on uneven drops and grounds requires us to integrate our body with a prosthetic item: the stick. Crossing some wood with a stick whose weight and structure are appropriate to our body size, height and posture is an old and simple, yet meaningful, gesture that implies welcoming and integrating the surrounding natural environment into the human body to recreate a new human/animal/vegetal structure more apt to cross the space with a different and improved cognitive and sentient capacity. Like in the riddle of the sphinx, the human by multiplying their paws over the different seasons of life meets their animal dimension and of interdependence with the living thought that incorporates and surrounds them.
The exhibition is designed around two pillar concepts related to hybridisation, to transcending the human perimeter in a view close to the anthropology of the overman and more specifically to the research linked to previous experiences lived by Luana Perilli as she investigated the places where the perimeter of the individual is broken and reconfigures itself physically and semantically in the encounter with the multitude and the possible alterities. In her previous works of the 2011 “superorganism” series, she investigated the collective intelligence of the insects as a paradox and a cognitive, political, linguistic and perceptive limit; similarly, in the 2014 pottery collection “solitary shelters“, Perilli reinterpreted the look on nature through craftsmanship; finally, in the works “leopold-o” the artist dealt with the topic of how collective intelligence reinterprets and hybridizes the language and the architecture through the simplified Pidgin language and changes of use.
Part of the works has been produced with the Academy of Fine Arts of Catanzaro with which the artist has carried out various workshops starting from the collective crossing of a natural space, the wood. We would like to thank those who took part in the stroll and the related visual work: the teachers Simona Caramia, Giuseppe Guerrisi and Roberto Privitera and the students Michela Teresa Intrieri, Maria Gilda Perri, Debora Giovene, Ilaria Notaro, Giada Pugliese, Gabriele Pirrò, Paola Naika Mascaro, Vincenzo Azzariti, Nicoletta Petruzza.
The Gallery Apart è orgogliosa di annunciare Wanderlust, la nuova mostra personale di Luana Perilli negli spazi della galleria.
Da tempo l’artista indaga le intelligenze non umane, i sistemi collettivi ecologici, biologici e semantici e si interessa a tutti quei luoghi dell’immaginazione e della produzione di senso in cui il perimetro dell’individuo viene forzato e spostato. Wanderlust è una di quelle parole intraducibili che indicano con un solo termine uno stato d’animo complesso: il desiderio forte e irrefrenabile di vagare e spingersi oltre un limite fisico o immaginario.
L’incontro con l’intelligenza non umana avviene nella reinterpretazione di icone come la vergine e l’unicorno o in mitologie legate alla trasformazione reciproca, come quella di Ts’an Nü avvolta da una pelle di cavallo e trasformata nel baco da seta; o, ancora, nella rielaborazione di frammenti e archivi visivi dell’artista nell’ottica di una narrazione che non avanza linearmente ma per pareidolie, evocazioni, rimandi all’onirico e ad un’antropologia che non metta più l’uomo di Vitruvio al centro della misura e della narrazione.
La foresta è un sistema biologico, ecologico e di compenetrazione di significati e significanti in evoluzione e reciprocità continua, dove la cristallizzazione in forme e la loro astrazione procede incessantemente. Ai materiali trovati nella foresta e in risonanza con questa idea si ispira la nuova serie di lavori presentati in mostra con una tensione verso tutti quei crocevia trasformativi dell’esperienza umana come l’infanzia, l’adolescenza, la maternità e con tutte quelle forme che precedono la costruzione strutturata e cristallizzata del linguaggio. Il bosco rappresenta una forma di intelligenza collettiva vegetale strutturata ed interdipendente. Attraversare un sentiero in una zona boschiva implica attivare delle aree del cervello che parlano profondamente alla nostra essenza animale, come l’amigdala.
Fisicamente la necessità di sopperire all’instabilità della nostra postura bipede su dislivelli e terreni irregolari ci chiede di integrare il nostro corpo con un elemento prostetico: il bastone. Attraversare un bosco scegliendo un bastone che per peso e struttura sia adeguato alla nostra stazza, statura e postura è un gesto antico e semplice ma di grande significato che implica accogliere e integrare l’ambiente vegetale circostante nel corpo umano così da ricomporre nell’ibrido una nuova struttura umana/animale/vegetale più idonea ad attraversare lo spazio con una diversa ed aumentata capacità cognitiva e senziente. Come nell’ interrogativo della sfinge, l’umano moltiplicando le sue zampe nelle diverse stagioni della vita incontra la sua dimensione animale e di interdipendenza con il pensiero vivente che lo incorpora e lo circonda.
La mostra si compone di due nuclei progettuali legati all’ibridazione, all’ uscita dal perimetro dell’umano in una visione vicina all’antropologia dell’oltreumano e più nello specifico ad una ricerca che si ricollega alle precedenti esperienze che Luana Perilli ha conosciuto investigando i luoghi dove il perimetro dell’individuo si rompe e si riconfigura fisicamente e semanticamente nell’ incontro con la moltitudine e le alterità possibili. Già nei lavori della serie “superorganism“, a partire dal 2011, l’artista indagava l’intelligenza collettiva degli insetti come paradosso e limite cognitivo, politico, linguistico e percettivo; analogamente nella serie di ceramiche del 2014 “solitary shelters” Perilli rielaborava lo sguardo sulla natura attraverso la sua citazione nell’ artigianato; infine, nei lavori “leopold-o” l’artista affrontava il tema di come l’intelligenza collettiva rielabora e ibrida il linguaggio e l’architettura attraverso la lingua semplificata Pidgin e cambi d’uso.
Parte delle opere è prodotta con l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro con cui l’artista ha svolto vari workshop a partire dall’attraversamento collettivo di uno spazio naturale, il bosco. Si ringraziano le persone coinvolte nella passeggiata e nel relativo lavoro: i docenti Simona Caramia, Giuseppe Guerrisi e Roberto Privitera e gli studenti Michela Teresa Intrieri, Maria Gilda Perri, Debora Giovene, Ilaria Notaro, Giada Pugliese, Gabriele Pirrò, Paola Naika Mascaro, Vincenzo Azzariti, Nicoletta Petruzza.
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